Quando siamo lanciati ad alte velocità, in pianura o in discesa, l’ostacolo maggiore che incontriamo è la resistenza dell’aria. L’aria, come ogni gas, è un fluido facilmente comprimibile. Ciò significa che, a differenza di quanto avviene con l’acqua, densità e pressione dell’aria aumentano all’aumentare del peso della colonna d’aria soprastante.
Come è facile intuire, questo processo fisico, influisce sulle nostre performance in bici. All’aumentare della velocità, si incrementa anche la difficoltà per penetrarla e quindi viene richiesta maggiore potenza.
Per questo in bicicletta, soprattutto nelle prove contro il tempo, nella pista e nelle volate è fondamentale diminuire il più possibile la resistenza aerodinamica.
La mia esperienza in materia di aerodinamica per bici da corsa
In passato ho avuto l’opportunità, quale collaboratore esterno di quale collaboratore esterno della FCI, di occuparmi di aerodinamica per alcuni atleti delle nazionali crono e pista juniores, under e pro. L’obiettivo di quelle giornate era testare materiali e diverse posizioni per ottimizzare il più possibile tutti quei fattori che vanno ad incidere anche di pochi centesimi di secondo nella prestazione finale.
Scelta di componenti aerodinamici
La scaletta dei lavori è iniziata facendo dei test ai materiali. Prima di tutto i body. Siamo passati da body tradizionali a body appositamente studiati per “scivolare” meglio contro l’aria. I risultati sono stati da subito sorprendenti.
Dopodichè ci siamo concentrati sui caschi:
- prima uno tradizionale con la coda;
- poi un casco da cronometro di nuova generazione senza coda ma senza visiera;
- poi lo stesso casco con la visiera;
- infine un casco tradizionale da strada chiuso e aperto.
Anche in questo caso, i risultati sono stati evidenti ma non identici per tutti. Ha influito molto la postura adottata dall’atleta sulla scelta del casco. Fondamentale la capacità di stare con il capo “incassato” tra le spalle con la visuale di fronte al senso di marcia.
Posizione aerodinamica bici da corsa: i test di posizione
Una volta giunti a questo punto sono iniziati i test di posizione veri e propri. Per ogni atleta, si è valutata una posizione ZERO a 55 km/h. In questa posizione i dati analizzati sono stati:
- il CX, la forma della superficie esposta all’aria
- il wattaggio sprigionato
- tutte le forze che agiscono sulla bicicletta / atleta (resistenza, forza laterale, forza verticale, momento di rollio, momento di beccheggio, momento di imbardata)
- velocità ruota
- velocità del vento
- deviazione del vento
Dopodichè abbiamo cominciato con l’ottimizzare, ed estremizzare, maggiormente la posizione nell’ordine:
- sostituendo il manubrio
- sostituendo l’attacco manubrio
- avvicinando le prolunghe tra loro
- aumentando lo scarto sella-manubrio
- sollevando la sella.
Tutte queste prove sono state ripetute poi anche a 60 kmh. Dai test è risultato, come è facile intuire, che più il manubrio è raccolto e proiettato verso il basso, più diminuisce l’attrito con l’aria con un risparmio energetico.
Occorre però ricordare sempre che sulla bici da corsa, dove l’aerodinamica è importante ma deve essere contestualizzata all’efficienza di pedalata dell’atleta stesso, la cosa è più complicata. Bisogna trovare la posizione il più aerodinamica possibile che non vada ad alterare minimamente l’efficienza di pedalata.
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La giusta aerodinamicità in bici da corsa
Così per ogni atleta è stato ricercato l’equilibrio tra materiale, aerodinamica e posizione in modo tale che nessun elemento e particolare, siano lasciati al caso.
Per finire, bisogna sottolineare che la ricerca di maggior aerodinamicità è l’anello finale di un percorso fatto di valutazioni biomeccaniche e posturali dell’atleta. Il tutto integrato da una serie di esercizi di educazione posturale, allungamento e rinforzo di tutti i muscoli di quello che viene chiamato “core”.