Quando parlo con i miei clienti di biomeccanica, insisto sempre sul concetto dell’individualità. Ovvero sul fatto che ogni persona, con la sua postura, le sue caratteristiche, le sue attitudini avrà una posizione in sella assolutamente personale e soggettiva. Che sarà differente rispetto ad un’altra ipotetica persona con la stessa corporatura. Per questo motivo non è mai possibile attuare, nella biomeccanica applicata al ciclismo, dei freddi parametri prestabiliti.
Prima di tutto è buona norma ricordare i parametri fondamentali per l’assetto in bici e per farlo li dividiamo in due categorie: componenti e posizionamento.
I componenti che influenzano l’assetto in sella sono:
- sella (larghezza);
- manubrio (larghezza e forma);
- pedivella (lunghezza).
Gli elementi del posizionamento sono invece:
- altezza sella;
- arretramento sella;
- scarto sella-manubrio;
- distanza sella-manubrio;
- posizione tacchette.
In totale ci sono quindi 8 variabili, che creano in maniera univoca la posizione in sella. Da questo si comprende chiaramente come la combinazioni di questi elementi con le particolarità corporee di una persona, possano essere analizzate soltanto con una visita biomeccanica approfondita, per trovare il corretto posizionamento in sella.
Un caso studio: Biomeccanica differente per gemelli monozigoti
A conferma di quanto sia importante l’individualità nella ricerca di un corretto posizionamento in sella, ho deciso di parlarti di un test che mi è capitato di fare, anzi due test.
Due gemelli monozigoti si sono rivolti a me per essere posizionati in sella con la finalità di acquisto della bicicletta nuova. Apparentemente una giornata come le altre, invece rivelata piena di spunti di assoluto rilievo.
Prima di tutto andiamo ad inquadrare le due persone, apparentemente identici sia esteticamente che come modi:
- GEMELLO1 con un passato in uno sport aerobico che però impatta sulla parte alta del corpo
- GEMELLO2 con un passato in uno sport anaerobico che ampio utilizzo della parte bassa del corpo
- GEMELLO1 con un lavoro manuale
- GEMELLO2 con un lavoro sedentario
- entrambi triathleti praticanti
- entrambi intenzionati ad acquistare la stessa marca e modello di bici
Stesso sport, stessa bici, identici quindi giornata facile. Due test pressoché identici. Invece no, già dell’inizio venivano fuori differenze. Differenze nascoste, subdole.
Prima di tutto la misurazione antropometrica, pressoché identica. Solo qualche mm di differenza in alcune quote ma mi sento di liquidarle come un piccolo errore umano. Errore che verrebbe comunque corretto col proseguo del test. L’unica cosa da segnalare in questa fase la differenza in altezza di 5 mm. Il GEMELLO2 risultava più basso. Differenza che dipende dall’atteggiamento del capo particolarmente in avanti da parte di uno dei due gemelli.
Le differenze sostanziali invece arrivano con l’analisi della postura.
Postura di GEMELLO1:
- peso che cade leggermente a dx (51-49)
- peso che cade correttamente sul posteriore (60-40)
- fascia plantare quasi priva di appoggio a dx
- dita dei piedi quasi privi di appoggio a dx
- punto di maggior pressione tallone dx
- rotazione di bacino lato dx fortemente in avanti
Postura di GEMELLO2:
- peso che cade a sx (74-26)
- peso che cade sull’anteriore (39.4-60.6)
- fascia plantare priva di appoggio in ambo i piedi
- dita dei piedi quasi privi di appoggio in ambo i piedi
- punto di maggior pressione metatarso sx
- rotazione di bacino lato dx impercettibilmente in avanti
Entrambi di conseguenza sviluppano attitudini e posizione in sella differenti:
Problemi in sella di GEMELLO1:
- fase di trazione a sx quasi assente per via di tensioni tibiale anteriore e bicipite femorale
- formiche mano dx
- ginocchio dx che lavora in valgo con sofferenza BIT (bandelletta ileo-tibiale)
Problemi in sella di GEMELLO2:
- bruciore metatarso sx
- fase di trazione quasi assente da ambo le parti
- male a spalle e collo con presa bassa quasi inutilizzabile
Per ognuno dei gemelli, di conseguenza sono state adottate soluzioni differenti per attenuarne le problematiche ed evitarne l’insorgerne di nuove. Quindi tacchette differenziate di alcuni decimi per GEMELLO1, arretramento sella più prudente e manubrio in posizione più comfortevole per GEMELLO2.
Quest’ultimo particolare, il posizionamento del manubrio è quello che ha influito nella scelta del telaio nuovo. Ovvero GEMELLO1, non avendo particolari problematiche a spalle e collo ha ottenuto una posizione più aggressiva (manubrio posizionato più in avanti e più in basso) quindi abbiamo optato per un telaio più corto e con una serie sterzo più bassa. Per GEMELLO2 invece, per via di una posizione manubrio più conservativa, si è optato per un telaio leggermente più grande. Più lungo e con sterzo più alto.
Devo dire che la cosa mi ha sbalordito. Gemelli monozigoti, con quote identiche, hanno ottenuto la stessa bici di due taglie differenti. Tutto questo per via della difficoltà di posizionare il manubrio per via di una rettilinizzazione del rachide cervicale. Entrambi i gemelli, pedalano con comodità ed efficienza con le loro bici differenti ormai da diversi anni.
Questo caso pratico, capitato in Bici Lab qualche anno fa, vuole essere veramente un monito per chi ancora crede nell’utilizzo esclusivo di formule matematiche o di poter standardizzare tutte le persone per ottenere gli stessi angoli.
E’ infatti evidente che:
OGNUNO HA LA SUA PERSONALE POSTURA.
OGNUNO HA LA SUA STORIA PERSONALE SPORTIVA DIFFERENTE.
OGNUNO HA ATTITUDINI E CAPACITA’ DIFFERENTI.
OGNUNO HA ABITUDINI QUOTIDIANE DIVERSE.
NON ESISTE UN POSIZIONAMENTO BIOMECCANICO UGUALE PER TUTTI.