Dopo aver parlato di come la vista può influenzare una prestazione in bici, ci occupiamo adesso di un altro fattore molto importante e spesso sottovalutato, ovvero l’influenza della bocca. Come la bocca può incidere sulla performance in bici? Ebbene sì, ecco spiegato subito come. Tutti noi abbiamo il recettore dento-occlusale (la bocca) che riveste un ruolo fondamentale nella nostra postura e di conseguenza porta evidenti ripercussioni anche in sella alla bicicletta.
Il recettore in questione comprende tutte le azioni che precedono la masticazione:
- la prensione (più banalmente “afferrare” il cibo);
- la masticazione;
- la deglutizione.
Qualora ci fosse un alterazione di una qualsiasi di queste tre fasi potrebbe avvenire di conseguenza una destabilizzazione di tutto il sistema tonico-posturale. Questo apparato è infatti direttamente collegato con l’insieme muscolare:
- attraverso i muscoli che regolano l’apertura della bocca e l’osso ioide;
- attraverso i muscoli che servono per effettuare la chiusura della bocca (sterno-cleido-mastoideo, trapezio, pettorale, etc).
Un’occlusione errata, porta ad avere una tensione su questi muscoli con una serie di adattamenti a cascata in tutto il corpo.
Quali problematiche comporta
Andiamo quindi ad analizzare un particolare problema di difficile soluzione in sella alla bicicletta: la classe III dei disformismi cranio facciali. La classe III si riconosce per un avanzamento della mandibola ed un abbassamento della lingua.
Questo a sua volta provoca un arretramento del capo, una rettilinizzazione della cervicale, una retro versione del bacino con conseguente caduta del peso in avanti. Il peso di conseguenza causa una infiammazione ai metatarsi, un eccessivo di lavoro per stabilizzare il peso del tibiale e uno stiramento degli ischio-crurali.
Tutte queste problematiche per chi va in bici sono un vero e proprio disastro. Ecco nello specifico alcuni problemi che possono sorgere:
- rettilinizzazione della cervicale: in presa bassa o in posizione da cronometro, sarà più difficile e talvolta anche doloroso, inarcare il capo per poter vedere la strada;
- retro versione del bacino: il bacino non ruota correttamente in avanti creando una pressione maggiore sulle tuberosità ischiatiche ( in questo caso si consiglia una sella con un foro centrale ampio nel posteriore). In questo caso a sua volta la colonna non andrà “incontro” al manubrio facendolo risultare troppo lontano;
- infiammazione dei metatarsi: si salirà in bici con i metatarsi già provati da questa eccessiva pressione, e dopo alcune ore potrebbero risultare doloranti viste le continue spinte sui pedali;
- tibiale sofferente: andremo a perdere di efficienza del tibiale nella prima fase di trazione di pedalata
- stiramento ischio-crurali: il bicipite femorale, il semi-membranoso ed il semi-tendinoso non lavoreranno al meglio nella fase centrale di trazione.
Quando la bocca influisce negativamente sul corpo del ciclista, in parole povere, anche se la bici è della taglia giusta, la posizione del manubrio potrebbe risultare sempre troppo in avanti. E la fase di trazione in questo caso risulterebbe quasi completamente compromessa.
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Come intervenire in questi casi
Purtroppo la correzione di una classe III è possibile con correzioni “ortopediche” prima della permuta, intorno ai 12 anni. Oltre questa età diventa non correggibile. In questo caso, per il posizionamento in bicicletta, si può solo tamponare la situazione con una adeguata fisioterapia che vada a sbloccare tutti quei muscoli che hanno tensione ed un percorso riabilitativo fatto di esercizi di propriocezione per andare a ri-posizionare correttamente il baricentro a 60% sul posteriore e 40% sull’anteriore.
A tal riguardo è sicuramente utile effettuare sempre un buon stretching di sblocco-rinforzo degli ischio-crurali.
In questi casi sulla bicicletta è necessario andare a cercare un compromesso nella posizione del manubrio, senza andare a snaturare la stabilità e la guidabilità del mezzo. In alcuni casi a volte, la causa dei nostri problemi in sella non è la bicicletta ma siamo proprio noi stessi. Un corretto approccio, anche se talvolta non risolve totalmente i problemi,m può comunque riuscire a limitare i danni e ad ottimizzare le prestazioni di un ciclista.