Davide, un ciclista amatore che in 9 mesi è diventato finisher

Quello che segue è il racconto di un neofita che ha affidato la sua preparazione a Bici-Lab. Un neofita assoluto nell’ambito triathlon, mai fatta una gara in nessuna delle tre displicine…una scelta decisamente forte!Insieme a Bici-Lab ha deciso di affrontare il suo primo Ironman in Svizzera, a Zurigo. Leggete ed emozionatevi…

Io, me e l’Ironman

Mancano pochi secondi e le parole incoraggianti vengono proprio da Marco che citando il chiacchierato Armstrong mi dice “Il dolore è momentaneo, può durare un minuto, un’ora, un giorno o un anno, se non lo affronti, durerà comunque per sempre”.

Sulla spiaggia con 2500 persone, alle 7 in punto lo sparo d’inizio, prendo un respiro e mi tuffo…

Allenamenti lunghi e costanti che si sono succeduti durante i mesi di rinunce e fatiche: non posso non partire da qui per descrivere le sensazioni che si provano correndo un Ironman.

Allenamenti in piscina, bici e corsa che rendono la strada unica verso quell’evento cosi grande e tanto atteso.

Senza i tanti chilometri macinati e le molte ore spese in piscina, quel giorno cosi atteso non avrebbe quel gusto dolce e ricco di fatica.

Per me che non ho mai fatto Triathlon, che sono un neofita, è una vera sfida.

La motivazione deve essere tanta, cosi come tanta deve essere la voglia di saper reagire, di tenere alta la testa e la volontà anche in quei momenti in cui manca tutto e salire in sella o correre per ore diventa molto piu difficile. E tutto questo lo impari in 9 mesi di allenamento. Pedali a lungo da solo e pensi ad una sola cosa: il traguardo dell’ironman. Nel mio percorso ho avuto la fortuna di incontrare Marco che di ironman se ne intende. Abbiamo cominciato col perfezionare la mia posizione in sella in ottica ironman. Qui non si tratta solo di pedalare bene, ma anche di riuscire a correre dopo. Poi il test di valutazione, infine le tabelle d’allenamento. Ci sentivamo spesso. Io facevo domande e Marco aveva sempre le risposte giuste. Io avevo dubbi e lui me li scioglieva. Io credevo di aver intrapreso una strada più grande di me e lui mi rassicurava. Più che un coach, un angelo custode.

Ha accettato la sfida di preparare un neofita al suo primo Ironman e con grande coraggio non ha mai avuto un’attimo di ripensamento, da amico e professionista mi ha seguito al 101%.

Ho preparato questa sfida completamente in solitaria, allenamenti prima di andare in ufficio, weekend fatti di sveglie precoci e pause pranzo in piscina per poi mangiare un mezzo pasto preparato la sera prima…e i momenti difficili non sono mancati, quando la motivazione era quasi nulla e avevo “l’obbligo” di allenarmi, di fare, di salire in sella, di nuotare, di correre.

Mancano 2 settimane all’evento e l’agitazione inizia a farsi sentire, non passa minuto che non chiedo qualcosa a Marco, stressandolo con domande futili. Il rapporto si consolida. Marco ha vissuto lo stress pre-ironman più di una volta in prima persona e ha seguito ormai tanti atleti in questa esperienza. Bastava che mi collegavo su skype che già sapeva qual’era il mio dubbio

Tutto si calma 2 giorni prima della gara, un viaggio tranquillo e arriviamo a Zurigo e sento subito l’atmosfera che si respira, sarà un’evento indimenticabile.

La vigilia della gara andiamo alla consegna della bici e un lungo fiume di ciclisti e in attesa davanti alla zona di transizione per fare “check-in”.

Consegno la bici, consegno la sacca blu e la sacca rossa: all’interno di ognuna ci saranno i vestiti che userò nella frazione in bici e nella frazione di corsa.

Tutto è pronto, l’agitazione è alta e lo stomaco si chiude ma a cena riesco comunque a mangiare qualcosa e la notte arriva. Stranamente riesco a dormire qualche ora prima che la sveglia suoni alle 4: è arrivato il momento, scendo per fare colazione, solo, rientro in camera e faccio un po di stretching.

La tensione è alle stelle e, come previsto, la colazione non ne vuole sapere di restare dentro …pazienza, ora sono piu leggero e sto meglio.

Insieme al mio gruppo di super fans ci avviamo verso la partenza, altri atleti camminano e un silenzio parlante ci avvolge tutti, crediamo di sapere cosa ci aspetta.

Vorrei che quel momento non arrivasse mai e vorrei invece che arrivasse subito per togliermi la fatica il prima possibile.

Mi metto gli auricolari e mi isolo completamente cercando di rilassarmi e di ripercorrere i momenti di transizione, cercando di memorizzare come un automa i gesti che dovrò fare.

Abbraccio la Lorena, un grosso bacio e qualche lacrima, un abbraccio anche alla mamma e la sorellina che con ansia e agitazione mi hanno seguito in questa avventura.

Un saluto alla Manu e l’ultima stretta di mano e in bocca al lupo da parte di Marco… l’interruttore delle emozioni si spegne e si accende quello della mente…il neofita che non ha mai fatto triathlon è giunto alla resa dei conti.

Cerco subito di prendere il mio ritmo e riesco a trovarlo, seppur lento, è sempre mio. Ogni tanto alzo la testa per correggere la direzione e troppe volte mi accorgo di essere fuori strada, poco male, c’è sempre qualcuno piu fuoristrada di me.

Le prime boe arrivano, e cosi anche l’isolotto, usciamo dall’acqua e corriamo per 30mt per rituffarci di nuovo e iniziare il secondo giro.

Nuoto e penso, sono leggero ma vado comunque piano, sto benissimo e appena sulla rampa di uscita tolgo cuffia e occhialini e sento subito gli urli dei miei tifosi “davideee, davideeee, vai vai vai”.

Saluto veloce mentre corro e rido, arrivo alla zona cambio e prendo subito la mia borsa correndo verso la tenda di vestizione. Mi sembra di essere partito 5min fa, sono fresco non mi sembra di aver nuotato per 3,8km.

Con un po di impegno riesco a mettermi i pantaloncini, non scivolano perchè sono bagnato, caschetto, scarpe e pettorale, esco dalla tenda e lancio la sacca nella zona comune, prendo la bici ed esco in strada ed eccoli i miei tifosi!

Salto in sella e mi tengo sul lato destro della strada. “Stai ai bordi della strada appena inizi la frazione in bici, molti ciclisti saltano su al volo e per mettersi le scarpe non guardano avanti e se stai in mezzo, ti prendono in pieno”…sante parole! Tempo 20mt e al centro strada un ciclista tampona un altro davanti a lui e tutti due per terra…grazie Marco dei preziosi consigli!

Una folla ad entrambi i lati mi accompagna per i primi km mentre pedalo e cerco subito il ritmo, quello buono e veloce che mi permette di fare la prima parte in tranquillità fino al primo ristoro dove mi ricarico di provviste mentre il caldo infernale inizia ad aumentare e il ritmo, di già, purtroppo scende.

Arrivo all’ultimo strappo in salita di 600 metri che termina il primo giro e vedo loro, i miei supporters che continuano a tifare il brocco! 😉

Cerco lo sguardo di tutti, mi abbevero e dico due parole prima di fiondarmi giù per la discesa, sarà l’inizio di un’ora di crisi abbastanza tosta. Il caldo è opprimente e il cuore non riesce a salire, il mio ritmo cala inesorabilmente e il solo pensiero di fare altri 90km mi soffoca. In allenamento 90 km erano una passeggiata. Ma qui, con  il caldo, con la tensione, mi sembrano insormontabili. Qualche lacrima purtroppo scende ma è poco per sconfiggermi. Cerco di non pensarci, di pensare ai miei tifosi, alla fatica che ho fatto e ai sogni che ho investito in questo e provo a bere coca-cola e mangiare caramelle energetiche…lentamente riacquisto fiducia e voglia, mancano solo 60km! Il ritmo leggermente aumenta ma ciò che conta è che sono felice e non sento più la fatica, è tutto passato, sto molto bene e in salita incoraggio i miei compagni di viaggio, che come me stanno soffrendo.

L’ultimo strappo arriva, è l’ultimo definitivo e mi proietto verso l’arrivo e all’entrata della zona cambio tornano i miei amici! Con un sorriso a 36 denti gli dico brevemente come sto, mi vedono molto bene, un bacio alla mia vita e diretto in tenda a cambiarmi…il vero Ironman mi sta aspettando.

Esco dalla zona cambio felice come un bambino di fronte al REGALO, il mio regalo mi sta aspettando e lo voglio andare a prendere.

Sosta wc e inizio a correre tra le urla dei tifosi e gli applausi di tutti.

4 giri da 10 km e vedo subito chi, molto prima di me, sta completando l’ultimo giro e si avvia verso la vittoria e penso che loro stanno per finire, io ho appena iniziato.

Il percorso di Zurigo mi permette di vedere il mio gruppo diverse volte, parlo con Marco delle mie sensazioni, ascolto i suoi preziosi consigli e cerco di bere e mangiare quando riesco, roba liquida perchè il mio stomaco non accetta piu niente di solido. Cosa che il buon Marco aveva predetto.

Mi scuso con i miei supporter per il protrarsi dell’attesa, è una lunga giornata e faremo notte 🙂

2 giri sono passati “veloci” e sereni e il meteo è stato clemente concedendoci qualche pioggia che ha raffreddato i nostri corpi.

Il portone dell’inferno è arrivato: il terzo giro segna il vero inizio dell’Ironman, la crisi che immancabilmente arriva non mi permette di continuare a correre come ho fatto fin’ora, devo alternare al cammino.

I dolori iniziano ad essere piu persistenti e l’idea che mancano ancora 20km mi opprime. Cerco di trascinarmi alla fine del terzo giro, la Lorena e Marco corrono con me per qualche minuto, mi incitano, mi urlano, mi danno forza…sento il loro fiatone nelle mie orecchie, che grandi! Non ho la forza di piangere ma dentro di me mi commuovo.

Vedo mia mamma e mia sorella che non smettono di incitarmi neanche quando “non c’è la faccio piu”, vedo la Manu che con tanta pazienza mi ha supportato in questa avventura e vedo la stanchezza e la felicità di tutti quanti, della lunga giornata che gli ho fatto passare.

L’ultimo giro è iniziato, io vedo il traguardo, il MIO regalo…lo vedono anche i tanti tifosi che mi danno la mano, file di bambini a porgere la mano ed aspettare il mio 5, che immancabilmente arriva!

Finalmente prendo il bivio magico sul tappeto blu e vedo le luci e i riflettori, il mio gruppo è li a darmi un 5 e urlare come ancora freschi, sento il mio nome e le ragazze pon-pon agitano i loro strumenti… “Davide, you are an ironman!”…passo il traguardo, il mio regalo è li ad aspettarmi e la mia avventura ha un finale magico, abbraccio la mia vita e quella che a gennaio nascerà…

Non ho MAI pensato di ritirarmi.

 

L’ironman è un viaggio, un percorso. Dura circa 9-10 mesi. Ed in questo periodo tu non alleni solo il fisico. Alleni anche la mente e stravolgi la tua vita e le tue abitudini. Sai già che tutto non sarà più come prima. I problemi nella vita li affronterai diversamente, con più motivazione, con più forza. Tutti possono arrivare all’ironman, e grazie a persone come Marco di bici-lab.it, anche un brocco di strada, neofita come il sottoscritto, è riuscito ad arrivare in fondo!

Discussione

  1. Andrea

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