Dopo aver raccontato la mia esperienza relativa allo sviluppo di una fibrillazione atriale dopo un periodo di sport troppo intensivo, proseguiamo la trattazione di questo argomento importantissimo.
Nel mondo del ciclismo, dove l’attività fisica raggiunge spesso livelli di alta intensità, parlare di fibrillazione atriale potrebbe suscitare non poco interesse e qualche preoccupazione. Inoltre questo argomento sembra essere diventato esponenzialmente più attuale negli ultimi anni, in seguito a quello che sembra essere a tutti gli effetti un aumento relativo al numero dei casi. È quindi essenziale chiarire alcuni punti fondamentali per chi pratica questo sport, mettendo tuttavia da subito in chiaro che queste righe non hanno nessuna pretesa di risultare un trattato medico ma solo un approfondimento di un tema che ci sta a cuore.
In ogni caso ricordiamo infatti che, per questioni specifiche, il parere di uno specialista è sempre indispensabile per ogni ciclista che desidera prevenire o affrontare questa problematica.
La fibrillazione atriale, come spiegato recentemente dal Dott. Maurizio Gasparini, Responsabile dell’Unità Operativa di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione di Humanitas, è la forma più comune di aritmia cardiaca. Caratterizzata da un battito irregolare e spesso accelerato, essa comporta una serie di rischi, inclusi trombosi e ictus, dovuti ad un ristagno di sangue nell’auricola.
Fibrillazione atriale e ciclismo
Ciclisti e appassionati di sport ad alta intensità che hanno problemi di fibrillazione atriale potrebbero quindi chiedersi: è sicuro continuare ad allenarsi? La risposta, seppur non univoca, tende a un cauto ottimismo. Non esiste una controindicazione assoluta all’attività fisica per chi soffre di questa condizione, ma è fondamentale valutare ogni caso individualmente. In particolare, per i ciclisti, l’attenzione deve focalizzarsi sulla frequenza e sull’intensità dell’attività fisica praticata. Tale valutazione deve essere sempre fatta con l’ausilio di un medico specialista.
L’esercizio fisico moderato, svolto con regolarità ma senza eccessi, può essere parte di uno stile di vita sano anche per i pazienti con fibrillazione atriale. Tuttavia, come sottolineato dal Dott. Gasparini, l’alta intensità tipica del ciclismo potrebbe non essere l’ideale, a causa del rischio di esacerbare la condizione, aumentando ad esempio il volume dell’atrio sinistro e, di conseguenza, il pericolo di embolie.
Ricordiamo inoltre che in alcuni casi, la FA si presenta con capogiri e svenimenti. E sappiamo benissimo che svenire in sella ad una bicicletta potrebbe avere sviluppi drammatici.
Va poi considerato il rischio legato ai traumi: i ciclisti sono esposti a cadute e, per chi assume anticoagulanti, ciò potrebbe tradursi in ematomi di vasta entità o peggio in emorragie. Questo aspetto non deve essere sottovalutato nella scelta delle discipline sportive da praticare.
La fibrillazione atriale richiede quindi un approccio bilanciato. L’attività fisica rappresenta un pilastro per la salute del cuore e del corpo, ma deve essere adeguata alla condizione fisica del singolo individuo. I ciclisti, in particolare, dovrebbero valutare attentamente il tipo di allenamento, possibilmente sotto la guida di uno specialista che possa offrire consigli personalizzati, tenendo conto sia della loro passione per lo sport sia della necessità di proteggere la propria salute cardiaca.
La chiave è la moderazione e la personalizzazione dell’allenamento. La fibrillazione atriale non deve essere vista come un limite assoluto allo sport, ma come un fattore da integrare nella scelta di uno stile di vita attivo e sano.
Comprensione della fibrillazione atriale: cosa devono sapere i ciclisti
Per trattare in maniera adeguata questo tema è sicuramente molto utile la visione di questo video prodotto dall’ISSalute.
La fibrillazione atriale quindi non è solo una condizione medica che richiede attenzione e cura, ma è anche un campanello d’allarme per chi pratica sport, in particolare per i ciclisti, che spesso sottopongono il loro cuore a sforzi intensi. Questa patologia cardiaca è caratterizzata da un battito irregolare e, frequentemente, da un’accelerazione che supera le 100 pulsazioni al minuto in condizioni di riposo, dove normalmente il battito sarebbe compreso tra 60 e 100 pulsazioni al minuto.
Tale irregolarità può portare a una serie di sintomi tra cui vertigini, difficoltà respiratorie, affaticamento e, nei casi più gravi, complicazioni come ictus e insufficienza cardiaca. Ciò che rende insidiosa la fibrillazione atriale è che, a volte, può non manifestarsi con sintomi evidenti, lasciando l’individuo all’oscuro della propria condizione.
Il cuore, dotato di un proprio sistema elettrico interno che regola la contrazione muscolare, in condizioni normali segue un ritmo dettato dal nodo seno-atriale. Nella fibrillazione atriale, questo meccanismo è alterato: l’impulso non parte più dal nodo seno-atriale ma da altre aree, provocando una contrazione disordinata degli atri. Questo caos porta gli atrii a fibrillare quindi a non esprimere più una spinta significativa del sangue, questo fa ristagnare il sangue nell’auricola che quindi aumenta il rischio di formazione di trombi nell’atrio sinistro, potenzialmente pericolosi perché una volta il ritmo tornato sinusale, il trombo può partire e raggiungere il cervello.
Esistono diverse forme di fibrillazione atriale, che variano in base alla frequenza e alla durata degli episodi, da quelli parossistici, che si risolvono senza intervento entro 48 ore, a quelli persisteni che necessitano di intervento medico (farmaci o defibrillatore) ed infine permanenti, dove la condizione è continua. È una patologia che tende a manifestarsi principalmente negli anziani, ma non esclusivamente, e la sua prevalenza è destinata a crescere parallelamente all’invecchiamento della popolazione.
Per i ciclisti, è cruciale comprendere che la fibrillazione atriale può essere influenzata da altri fattori di rischio quali ipertensione, arteriosclerosi coronarica e malattie delle valvole cardiache, malfunzionamento tiroide e stomaco. La pratica di sport intensivi come il ciclismo potrebbe non essere proibita ma richiede una valutazione attenta e personalizzata, preferibilmente sotto la guida di uno specialista.
La prevenzione, attraverso il monitoraggio della propria salute cardiaca e l’adozione di uno stile di vita equilibrato, gioca un ruolo chiave nella gestione di questa condizione.
E’ quindi fondamentale un approccio proattivo alla propria salute, senza rinunciare alla passione per il ciclismo ma adottando, se necessario, modifiche alla propria routine di allenamento.
Io ho trovato molto conforto confrontandomi sull’argomento su di un gruppo facebook, il “Club dei Cuori Capricciosi“. Migliaia di persone, sportive e non, che soffrono di aritmie cardiache. Per approfondire l’argomento consigliamo anche un video che approfondisce molto l’argomento, realizzato dall’auxologico proprio su Fibrillazione Atriale e sport.
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- Bibliografia:
- Humanitas Salute. Fibrillazione atriale, l’attività fisica è controindicata? Disponibile al sito https://www.humanitasalute.it/prima-pagina-ed-eventi/69466-fibrillazione-atriale-attivita-fisica-controindicata-foto-parere-esperto/
- https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/fibrillazione-atriale#prevenzione
- https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/f/farmaci-anticoagulanti#mancata-somministrazione-o-dose-eccessiva-sovradosaggio
- https://www.youtube.com/watch?v=ph8wa98XR0I