Perché dopo una visita biomeccanica è possibile avvertire dolori e fastidi

Quando si sottopongono a una visita biomeccanica, i ciclisti lo fanno solitamente per ottimizzare la propria posizione in sella, per migliorare l’ergonomia, la postura e l’efficienza del movimento. Tuttavia, non è raro che un ciclista possa sperimentare dolori e fastidi dopo le prime sessioni iniziali di adattamento post visita. In questo articolo esploreremo le ragioni dietro questi disagi e come gestirli per massimizzare i benefici a lungo termine.

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Regolazioni in sella e cambiamenti biomeccanici

Posizionamento in sella 

Durante la visita biomeccanica possono venir apportati dei cambiamenti significativi alla posizione in sella. L’obiettivo è ottimizzare la distribuzione del peso, correggere eventuali disallineamenti e migliorare la connessione tra il ciclista e la bicicletta, in modo da poter prevenire anche il possibile sviluppo di tecnopatie, dovute ad errati posizionamenti perpetrati nel tempo. Questi adeguamenti, sebbene benefici, possono generare tensioni muscolari e occasionali fastidi articolari nelle prime uscite.

Variazioni di componenti e regolazioni

Modifiche ergonomiche

Le regolazioni includono modifiche ai componenti della bicicletta come manubrio, sella, pedali e un corretto posizionamento delle tacchette. Questi adattamenti mirano a garantire una perfetta armonia tra il corpo del ciclista e la bici. Tuttavia, i primi allenamenti con questi nuovi settaggi possono provocare una risposta del corpo, spesso sotto forma di tensioni muscolari, a causa della non abitudine a un diverso carico di lavoro.

Rotazioni di bacino 

Le rotazioni del bacino possono richiedere la differenziazione delle tacchette. Se il ciclista è incline a rotazioni indesiderate durante la pedalata, le tacchette posizionate in maniera asimmetrica tra loro sono un ottimo rimedio che può essere gestito da un professionista. Anche se questa correzione è fondamentale per la biomeccanica corretta, può portare a una temporanea sensazione di scomodità durante le prime uscite.

Gestione del disagio post-biomeccanica

Per minimizzare i disagi dopo una visita biomeccanica, è consigliabile seguire alcune pratiche:

  1. Gradualità nell’adattamento 
    • Le prime 2-3 uscite con nuove regolazioni dovrebbero essere di intensità medio-bassa e di durata medio-corta. Questo permette al corpo di abituarsi gradualmente alle nuove richieste biomeccaniche (soprattutto se le variazioni sono superiori ai 5mm, devono essere eseguite ad intensità medio bassa e di lunghezza medio corta).
  2. Periodo di adattamento 
    • Si raccomanda un periodo di almeno 3 mesi per permettere al corpo di stabilizzarsi nella nuova posizione. Durante questo tempo, è utile svolgere eventuali esercizi posturali consigliati per favorire una transizione più fluida.
  3. Consistenza nelle regolazioni 
    • Mantenere la coerenza nelle regolazioni è essenziale. Evitare frequenti cambiamenti durante il periodo di adattamento permette al corpo di stabilizzarsi in una posizione ottimale.

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In conclusione è importante ricordare che i cambiamenti apportati alla posizione, ai componenti e la loro regolazione durante il “posizionamento in sella” modificano in senso migliorativo l’ergonomia, la postura e il movimento tecnico con il duplice miglioramento di comfort e performance. E’ quindi normale sperimentare dolori e fastidi dopo una visita biomeccanica, ma questi sono spesso temporanei.

Le prime uscite con assetto modificato, possono presentare tensioni muscolari e (raramente) articolari a causa della non abitudine di quei distretti, prima poco impegnati, a ricevere il carico di lavoro derivante dalla nuova posizione. Investire tempo nell’adattamento graduale e nella coerenza nelle regolazioni porterà a una pedalata più efficiente, confortevole e priva di disagi a lungo termine per i ciclisti esperti.

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