Dalla placchetta al manubrio

Molte volte, dalla regolazione di una placchetta sotto la scarpa, si riesce a dare un appoggio ben bilanciato o meno sul manubrio.
Una delle situazioni più frequenti che mi capitano in laboratorio, è di trovare un ciclista che non sta perfettamente seduto in sella.
Partendo dal presupposto che la sella DEVE essere necessariamente della giusta larghezza e avere un eventuale foro di scarico in presenza di una retro o anti versione del bacino, molte persone non riescono a stare seduti perfettamente al centro ma innescano una rotazione di un lato del bacino in avanti o verso il basso.
Le cause scatenanti possono essere molteplici: una dismetria, una extra o intra rotazione di un arto, un ileopsoas più contratto, una asimmetria muscolare nei muscoli lombari, etc, etc.
Il ciclista si ritrova inconsapevolmente quindi con uno sbilanciamento di peso verso un lato della sella. Il compenso più frequente avviene con la parte alta del corpo, che butta così più peso nel lato opposto.
Questa situazione innesca in cascata:

  • un maggior schiacciamento su di un lato dell’appoggio sulla sella
  • una gamba che lavora più stesa e una che lavora più raccolta
  • ginocchia che rischiano di lavorare in valgo o varo
  • una rigidità sul deltoide e trapezio della spalla opposta rispetto al lato ruotato del bacino
  • e una maggior pressione sulla mano dello stesso lato della spalla che andrà ad informicolarsi dopo un po’ durante la pedalata.

Una serie di problemi abbastanza fastidiosi sia a livello di comfort che a livello di efficienza di pedalata. Come possiamo vedere dall’immagine sotto allegata, il ciclista in questione pedala sbilanciato utilizzando meglio la gamba sx (55% di pedalata contro il 45% a dx) con una spinta più allineata nel pedale (OFFSET left -3 contro i -6 a dx) e sfrutta leggermente meglio la trazione guadagnando un 4% in più (UP/DOWN -43 contro i -47 a dx).

A questo punto, se non siamo in presenza di una dismetria abbastanza certa (arto più corto dell’altro) che sarà corretta in una modo differente, si deve agire in due modi:

  • sicuramente andare a differenziare le placchette di qualche frazione di mm fino a che il bacino e le spalle tornano ad essere dritti sia a livello visivo sia a livello percettivo da parte del ciclista
  • impostare un percorso di esercizi muscolari che vanno a riequilibrare il bacino e a contrastare la causa che innesca questo meccanismo.

E’ abbastanza ovvio che questa soluzione è però una coperta troppo corta. Per avere bacino e spalle riallineati andiamo a spostare leggermente una placchetta dal perno di spinta sacrificandone un po’ di forza che andiamo ad applicare sul pedale.
Come la vista altera la prestazione
La soluzione deve sempre essere ricercata al suo origine in modo di andarla ad estirpare e, una volta riallineato il bacino, andare a riportare le placchette nel punto di partenza.

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